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giovedì 4 agosto 2016

Le chianche di Giovinazzo

Se le chianche potessero parlare, quante ne direbbero!
Chianche stanche, chianche bianche, chianche lucide dell'acqua che scende. Chianche calde per il sole che spacca d'estate. Chianche che raccolgono i pensieri e i sospiri degli innamorati, che al riparo da tutti si baciano negli angoli più nascosti. Chianche che sanno di tanto tanfi e odori e sanno di tutti, cattivi e buoni. Chianche che profumano di mare e del ragù domenicale che in quei vicoli stretti, si diffonde come a dire, "ehi tu! ricordati di dove sei". Chianche martoriate da vandali funesti, che senza ritegno né rispetto per la storia che recano in sé, vi rovesciano di tutto: birre e coca cola, pizze e patatine, gelati spiaccicati e piscio. Come se, pisciare sulla storia che siamo stati, fosse normale, e normale rinnegarla. Non riconoscerla. Non sappiamo chi siamo perchè non vogliamo sapere da dove veniamo. Altrimenti a piedi scalzi andremmo in giro sulle chianche per non sciuparne la bellezza e non scalfirne la superficie levigata. Un po' come si fa con le stalattiti e le stalagmiti, che se le tocchi ne interrompi la crescita. E questo siamo, interrotti.


mercoledì 3 agosto 2016

Bentornata me

Bentornata me, dopo 8 anni i miei desideri sono forse più terreni.
Un blog in cui si vedrà più che disquisirà, di arte, musica e cibo.

Dima Dmtriev per iniziare, e i suoi vividi colori